Nell’ambito tradizionale indiano, il Guru rappresenta la più autentica garanzia

di realizzazione spirituale. Sotto la sua guida disinteressata, attenta e sicura, gli allievi imparano a conoscere se stessi e il mondo. In lui, il vero discepolo trova una valida ancora contro le dispersioni, un giusto giudice per gli errori, una calibrata lode per le conquiste raggiunte e un costante, sincero, affettuoso sprone.

 

Guru Maharaji, letteralmente “il Grande Maestro”, è uno di questi illuminati;

sempre umano e umile, considerava se stesso soltanto come un veicolo attraverso il quale la verità si manifesta.

 

Dopo essersi dedicato per lunghi anni alla pratica costante della meditazione e avere raggiunto vari tipi di Samadhi, l’ultimo dei quali culminato nell’autorealizzazione, Swami Yogeshwaranand Saraswati trascorse il resto della sua vita a diffondere il Raja Yoga in tutta l'India e poi nel mondo intero, per mezzo dei discepoli che da allora ne seguono gli insegnamenti. All’inizio degli anni Cinquanta del XX secolo fondò a Gangotri il primo Yoga Niketan, o Casa dello Yoga.

 

“Questa preziosa vita umana, che è un dono di Dio, non è destinata

al semplice piacere dei sensi: il suo scopo è il conseguimento della coscienza del Sé, l’acquisizione della scienza dell’anima, attraverso le otto membra dello Yoga, come propone il Raja Yoga. Questo è il miglior uso della vita umana.”

 

                                                          (Brano tratto dalla Scienza dell’Anima)